Curiosità e apprendimento a scuola...



Alcuni ricercatori identificano la fonte naturale della motivazione umana nella possibilità di ampliare le proprie competenze.

Dato che le situazioni nuove nascondono opportunità ma anche pericoli, nel corso dell'evoluzione si sono formati due sistemi di motivi antagonisti: curiosità e paura.

Il loro rapporto è stato analizzato dallo psicologo Clemens Trudewind, dell'Università di Bochum.

Lo studioso ha scoperto che i bambini curiosi e temerari riescono a risolvere i problemi meglio dei bambini meno curiosi e paurosi.

Tuttavia curiosità e timore non rappresentano due poli opposti: i bambini molto paurosi ma allo stesso tempo curiosi si sono dimostrati, nello studio di Trudewind, abili nella risoluzione dei problemi.

Motivi comunemente contrapposti, quindi, non si escludono obbligatoriamente.

Per accrescere la motivazione degli alunni, di solito gli insegnanti cercano di risvegliare l'interesse per la materia di insegnamento.

Ma, come dimostrato dallo studio internazionale sull'istruzione TIMMS (Third International Mathematics and Science Study), pubblicato nel 2007, negli alunni i fattori "interesse" e "successo" non sono fortemente legati tra loro.

Chi sostiene di interessarsi al cielo stellato, perciò, non ha la minima intenzione di mettersi a sgobbare sui libri di astronomia.

Ma qual è il metodo più efficace per rafforzare la motivazione all'apprendimento scolastico?

Secondo Albert Ziegler, dell'Università di Ulm, i fattori determinanti sono tre: per prima cosa gli allievi devono percepirsi come autodeterminati.

Ciò si ottiene, per esempio, "concordando" insieme gli obiettivi di apprendimento.

In secondo luogo le proprie competenze devono essere percepibili.

A questo scopo è importante un feedback positivo.

In terzo luogo è importante l'integrazione sociale dell'apprendimento, per esempio attraverso il lavoro di gruppo.


Tratto da un articolo di Nikolas Westerhoff, su Mente & Cervello - aprile 2010


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